mercoledì 30 luglio 2014

Quando manca il Noi …


Esistono tante modalità di vivere in contatto con l’altro. Non parlo di giusto o sbagliato, di cosa dev’essere fatto o di cosa è necessario fare. Ma esistono dei modi sani e altri disfunzionali, non perché sia io a decidere cosa sia disfunzionale, ma perché nella mia professione ascolto la sofferenza che proviene da relazioni che non funzionano. E le studio. Vivere in coppia è un completamento nella vita affettiva e relazionale di un individuo. Troppo spesso chi vive le tanto gettonate “incomprensioni“, “diversità di carattere” e altre difficoltà, si dimentica o forse non ha mai appreso, che al di la’ delle idealizzazioni, della ricerca dell’ultima riga delle favole, la coppia si costruisce
Una coppia sana è quel sistema dove ogni individuo che la compone ha appreso a prendersi cura di sé, conosce i suoi punti di vulnerabilità, le sue aree disfunzionali e resiste al tentativo di delegare all’altro il compito di risolvere. La coppia è incontro, un passo uno, un passo l’altro. La coppia è scegliersi, e riscegliersi ancora
Troppo spesso invece si vivono problemi di coppia perché alla base, nella strutturazione della relazione c’è un patto implicito che non è quello di costruzione. A volte è un patto di rinuncia, a volte un patto di “consoliamoci nei nostri problemi“, “solo tu puoi capirmi“, e se l’altro inizia a stare male perché frustrato nei suoi bisogni, allora arriva il famigerato “non ti riconosco più“. Ma c’è anche chi vive di pretese, a volte entrambi, “tu mi devi capire“. E capite che quando entrambi vivono la frustrazione e l’incapacità, il blocco, nel riconoscere il proprio disagio, i fuochi d’artificio non tardano ad arrivare.
 

Per stare in coppia in maniera sana è importante stare in maniera sana con se stessi, evitare di ricercare la soluzione ai propri problemi nel rapporto con l’altro, facendo un figlio, correre a comprare l’abito da sposa, inseguire l’altro, accettare le umiliazioni, accontentarsi di briciole d’amore, bere il veleno dell’abuso, accontentarsi di un “ti stimo“. Ti amoTi amo, e ancora Ti amo. Esiste la possibilità di vivere con amore, in coppia, di avere qualcuno vicino, che sappia anche lasciare l’altro solo, e che sappia stare da solo, senza la paura di perdersi. 
La coppia, il Noi, è una base sicura quando è costruita con amore, perché accoglie l’uno e accoglie l’altro, dentro una dimensione così intima, che è comprensibile solo a quelle due persone, perché è co-costruita. Unica e irripetibile, luogo in cui ci si sente sicuri a distanza, dove anche lasciarsi diviene un gesto maturo e d’amore
Questo richiede impegno e lavoro su di sé. Il rischio è quello di vivere l’illusione di stare in coppia, dove non esiste nessuna coppia perché nessuno dei due è pronto per poter costruire un Noi, maturo, funzionante e bacino da cui attingere nel completamento della propria vita affettiva, e del proprio percorso di vita. All’intimità non si arriva con nozioni, non si arriva con consigli, non si arriva con psico-viagra e protocolli di riabilitazione degli organi genitali. Troppo spesso si arriva a litigare per il sesso. Questo “sesso, sesso, sesso”, l’ultima spiaggia di coppie che non sanno costruire un Noi
L’intimità è il frutto maturo di un percorso, di conquista di sé, di contatto con i propri bisogni, di fermezza, pacatezza, capacità di scegliere e desiderio di unione intima.  Intimità è non temere l’altro. E’ la capacità di lasciarsi contaminare, senza temere di perdere sé stessi, e accogliere ciò che la storia dell’altro può insegnare, nella condivisione emotiva ed affettiva. Desiderare l’altro, si, nella sua esperienza, nel suo percorso da condividere con il proprio, e raccontarselo, con la capacità di amarlo. Amare il contatto con l’altro. Viaggiare dentro di sé e fuori. Amarmi e amarti. Amare il proprio viaggio, quello dell’altro e quello assieme. Raccontarsi i viaggi fatti, farne assieme. Condividere cosa si è appreso da questa avventura che si chiama vita. Baciarsi sulla fronte e custodire il prezioso dono di quella ricerca che sfociò nell’incontrarsi. E svegliarsi con un unica preghiera: Amore. (Antonio Dessì, Riflessioni notturne sulle distanze d’Amore)

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