mercoledì 18 gennaio 2017

Facciamo le fusa?

Facciamo le fusa?

Questa notizia l’ho trovata in un vecchio giornale e mi ha incuriosito, vuoi vedere che provare piacere produce benessere? Sembra di scoprire l’acqua calda tanto appare banale questa affermazione, eppure il segreto sta tutto qua, malgrado, anche chi sta scrivendo questo articolo si stupisca di quanto sia semplice e nello stesso tempo lontano anni luce dall’essere svelato completamente.

Dev’essere per questo, malgrado l’imperante pubblicità che ci promette continuamente benessere a pacchi, che il piacere viene inibito sempre di più, sostituito con surrogati che non appaiono credibili neanche come controfigure, tanto sono improponibili.

Gli esseri umani si accontentano di un piacere distorto dettato da una percezione della loro esistenza che dire falsata appare limitato, perché se potessero solo intuire le possibilità infinite della loro anima manifesterebbero minore passività nell’arrendersi supinamente alla apparente ineluttabilità delle cose. Gli esseri umani vengono tenuti lontani da questa possibilità, troppo rischioso il fatto che possano aprire gli occhi del cuore e cogliere in ciò che stanno vivendo quanto occorre loro per affrancarsi dal brutto che avvallano più o meno consapevolmente… ma forse è meglio dire che non conoscono altro, se non la loro ignoranza, precludendosi questa possibilità.

Allora non ci rimane altro che fare le fusa, vuoi mettere che funzioni? Può apparire banale ma cosa ci costa provarci, coltivando l’armonia e favorendo ad ogni costo la possibilità di essere felici, fregandocene altamente di tutte le nostre presunte ragioni? E se fossero proprio le nostre presunte ragioni ad impedirci di essere felici? E se il perorare situazioni di stress e disarmonia rendesse più fragile il nostro sistema osseo? E se il nostro scheletro debilitato ci impedisse di avere un buon equilibrio e di conseguenza un pessimo rapporto con la terra e di conseguenza rendere frammentato il rapporto tra pensiero e azione?

Tanti sono i punti di domanda, interrogativi la cui risposta può divenire più semplice di ciò che appare, perché coltivare l’armonia e di conseguenza il ritmo, rappresenta la base di ogni possibile guarigione. I gatti possiedono innatamente questo dono, ma credete che gli esseri umani siano da meno? Anche loro possiedono questo dono, ma hanno preferito dimenticarlo o subordinarlo ad altri comportanti con l’illusione di acquisire molteplici e illusori vantaggi rispetto alla possibilità di esprimere la loro vera natura.

Facciamo le fusa dunque, emanando frequenze più armoniche che tengano conto del bene comune, statene pur certi che non ve ne pentirete, perché otterrete sulla base di ciò che emetterete. Non ci credete? Vuol dire che non siete ancora in grado di abbandonare parti del vostro essere alle quali siete ancora legati in maniera distorta… forse è ora di abbandonarle ed affidarsi all’ignoto, che poi tanto ignoto non è, perché ci accompagna da sempre e si chiama anima, capace di esprimere in modo innato e aggiungo, archetipico, la nostra vera natura, quella di esprimere frequenze che vogliono unire e risanare.

Naturalmente fare le fusa vale anche per tutte le altre parti del nostro corpo, compresi gli aspetti più sottili come emozioni e pensieri, quindi che cosa stiamo aspettando? Basta “dormire” sollazzati dall’ignoranza, sostituiamo dunque il ronf ronf con il ron ron e il gioco è fatto.

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Consapevolezza: L’arte di far accadere

Consapevolezza: L’arte di far accadere

Ciò che è dentro risuona fuori.
Ciò che è dentro di noi ci circonda, affermava Rainer Maria Rilke. Infatti, come siamo fatti dentro determina gli avvenimenti che ci accadono. Richard Willhelm, il primo traduttore occidentale dell’I Ching (l’antichissimo libro di divinazione cinese), raccontò un giorno, all’amico Carl G. Jung, dell’uomo della pioggia.
Willhelm viveva in Cina e, in quel periodo, si trovava in una regione dove non pioveva da moltissimo tempo e la siccità imperversava. Come riporta Willhelm, si incominciarono a fare delle offerte alle divinità, ma la pioggia non veniva. I Protestanti iniziarono a pregare, ma la pioggia non veniva. I Cattolici fecero dire delle messe, ma la pioggia non veniva. A questo punto qualcuno parlò dell’uomo della pioggia. Si decise così di andarlo a prendere. Il viaggio fu lungo e quando infine questi arrivò, un uomo vecchio tutto raggrinzito, chiese di poter stare da solo da qualche parte. Gli fu data una piccola casa dove l’uomo si ritirò. Tutti aspettavano, il primo e il secondo giorno passarono senza che succedesse nulla. Al terzo giorno il cielo si rannuvolò e iniziò a piovere. Willhelm, ovviamente, si chiese cosa mai avesse fatto quell’uomo per riuscire a far piovere. Lo andò a trovare e glielo chiese. L’uomo rispose tranquillamente di non aver fatto proprio nulla. Stupito e al tempo stesso intrigato da quella risposta Willhelm provò con un’altra domanda. Questa volta gli chiese che cosa avesse fatto da quando si trovava lì. L’uomo spiegò che veniva da una regione dove la popolazione era in armonia con il Tao, ovvero in sintonia con l’universo, mentre la regione dove non aveva piovuto per così tanto tempo, non lo era. Quando l’uomo era arrivato, anche lui si era trovato fuori armonia, così ritirandosi nella casa che gli era stata data era ritornato in sintonia con il Tao, poi, ovviamente, la pioggia era arrivata. L’ambiente aveva risposto sincronicamente al suo stato di coscienza.

Jung, il famoso psichiatra svizzero, nella prefazione all’edizione inglese del Libro dei Mutamenti, spiega come la mentalità cinese assomigli molto a quella del fisico moderno, che definisce il modello dell’universo come una struttura psicofisica. Le situazioni sono, infatti, immagini leggibili e comprensibili, in quanto frutto della sincronicità.
Jung spiega, come del resto fa pure la nuova fisica, che l’insieme degli accadimenti avviene perché corrispondente allo stato interiore. Se noi fotografassimo un attimo del film della nostra esistenza e analizzassimo tutte le situazioni in atto – sia quelle appartenenti alla realtà materiale che quelle appartenenti alla realtà interiore dell’individuo -, la coincidenza che porta quelle situazioni individuate ad accadere tutte “nel medesimo momento e nel medesimo luogo” è data dal fatto che “sono tutti quanti della medesima qualità”, cioè gli eventi materiali “sono della medesima qualità degli eventi psichici”. Chiaramente, l’impossibilità di eseguire controlli statistici – impossibili perché a ogni momento corrisponde la sua unica e irripetibile realtà – porta la scienza ufficiale a storcere il naso di fronte a tali affermazioni!

La dottoressa Giuliana Conforto, fisica e studiosa di antiche dottrine, così scrive nel suo libro Luh, il gioco cosmico dell’uomo: “L’uomo è il punto focale dell’universo. Il centro tra il mondo ‘reale’ esterno e quello immaginario interno, tra due mondi che sono l’uno lo specchio dell’altro e tra i quali l’uomo opera in entrambi i versi : con l’osservazione riceve immagini, e con l’immaginazione le trasmette – trasforma cioè idee e progetti in realtà esterna. Non è quindi solo uno spettatore passivo di uno spettacolo straordinario, ma anche un coautore attivo della sua realtà. Gli scienziati hanno coniato un nuovo termine per definire il suo ruolo: in inglese partecipator, per indicare colui/colei che non solo osserva, ma anche agisce, interpreta, trasforma e genera tutti quegli strumenti culturali, economici, politici, sociali, industriali, etc. con i quali crea la sua realtà. L’uomo è la sintesi tra esperimento e teoria, tra filosofia ed esperienza di vita: il tramite tra l’infino e il finito esterno, tra l’attimo fuggente del presente e l’eternità.”

L’arte di far accadere
Come abbiamo visto, l’etere, l’universo, è intriso di un certo tipo di energia in cui sono contenute tutte le informazioni vitali di ogni tipo. Questa energia mette in grado i sistemi biologici di rigenerarsi – grazie all’innata capacità di assimilare questa stessa energia vitale. Il nostro campo energetico, quindi il nostro intero organismo e la nostra realtà, si equilibrano, si rinforzano e si rigenerano – tendendo al loro meglio.
Questo, ovviamente accadrebbe naturalmente se noi essere umani non bloccassimo il libero fluire di questa energia con tensioni, irrigidimenti e convincimenti limitanti! Tuttavia, alcune persone, in modo particolare gli uomini sacri di culture lontane dal nostro mondo “civilizzato”, individui cioè che si dedicano al mantenimento del rapporto con la divinità – ritenuta la fonte inesauribile di energia vitale – sembrano essere fra i pochi ancora in grado di entrare consapevolmente in contatto con questa fonte e di generare degli accadimenti che a noi occidentali paiono miracolosi.
“La realtà osservata è solo una piccola porzione di una realtà sostanziale, ancora sconosciuta e misteriosa, di cui oggi la fisica definisce la consistenza: bel il 90% della massa totale calcolata è ‘oscura’, inosservabile e solo il 10% è invece osservabile attraverso quell’arcobaleno infinito che è la luce. L’universo effettivamente osservato, poi, con i suoi miliardi di stelle e galassie, è, a sua volta, una minima parte di questo già misero 10%.  

Siamo di fronte a una realtà infinita ed eterna che non possiamo osservare, ma che oggi calcoliamo e, da sempre, saggi e filosofi hanno intuito e suggerito. Infiniti universi che, ed è questa la scoperta straordinaria, non sono lontani negli spazi siderali, ma qui: paralleli, coesistenti, congiunti con la realtà che osserviamo. (…)
Noi, piccoli uomini, siamo oggi in grado di (…) calcolarla, (…) ignari che potremmo cambiare tutto, anche l’universo osservato. L’universo osservato dipende infatti dall’osservatore, cioè dall’uomo: questa è la scoperta dell’ultimo secolo, più strabiliante di tutte, sancita dalla fisica quantica.” (Luh, il gioco cosmico dell’uomo)

La dott.ssa Conforto continua poi la spiegazione portando l’esempio suggerito dal fisico quantico Schrødinger (già ampiamente illustrato nell’articolo “chi crea la realtà”).
A un elettrone è data la scelta di passare in una di due fenditure, che stanno all’ingresso di una scatola chiusa in cui si trova un gatto. Dietro a una sola di queste due fenditure c’è un’ampolla contenente del veleno che, se l’elettrone dovesse sceglierla come punto di passaggio, causerebbe la sua rottura riversando il veleno nella scatola e determinando così la morte del gatto. In questo esperimento la scelta dell’elettrone non può essere osservata, altrimenti l’osservatore, con la sua presenza, potrebbe, evidentemente, influenzare la scelta. Durante l’esperimento il gatto – che non è possibile osservare fino a quando non si aprirà la scatola – è potenzialmente sia vivo che morto, ma solo l’osservazione diretta da parte dell’osservatore determinerà la risposta finale.
Ora, fino a qua l’esperimento sembrerebbe chiaro a tutti: in base alla scelta “autonoma” dell’elettrone, l’osservatore constaterà poi l’una o l’altra evenienza. Tuttavia, come continua la dottoressa, la fisica quantistica ci stupisce affermando che è “la coscienza dell’osservatore che fa precipitare lo stato del gatto, a priori equi-probabile tra i due stati di vita e di morte, in una delle due opportunità.”

Poiché tutto il creato è intriso di questa forma di energia primaria, questa specie di ‘collante’ che nutre e tiene uniti e in connessione tutti gli aspetti dell’universo, lo stato d’animo dell’aspettativa dello sperimentatore è il fattore determinante la scelta, che credevamo autonoma, dell’elettrone. Quindi, anche se l’esperimento viene fatto in un ambiente completamente isolato, come può appunto essere un ambiente da esperimento scientifico, la connessione esistente determina l’influsso del campo energetico umano su quello molto più piccolo dell’elettrone!
“Per garantire l’oggettività l’esperimento deve essere indipendente dalle influenze dell’ambiente; il laboratorio è isolato il più possibile dalle interazioni esterne. Malgrado queste precauzioni, l’oggettività non c’è, perché a progettare l’esperimento e a esaminarne i dati c’è sempre il soggetto, con i suoi limiti di osservabilità e gli schemi teorici simili a quelli di tutti gli altri soggetti. (…) Il principio di indeterminazione di Heisenberg pone in evidenza la dipendenza reciproca tra soggetto osservatore e oggetto osservato.” (Luh, il gioco cosmico dell’uomo)

In sintesi si può dire che in questa energia primaria tutto è presente, ogni singola realtà è possibile. L’Energia precipita nella materia, si trasforma cioè in materia per così dire “densa”, richiamata dalle singole frequenze corrispondenti, con cui entra in risonanza – cioè dalla consapevolezza, convinzione, aspettative dell’osservatore – dove, per noi esseri umani, non dimentichiamolo, queste convinzioni sono spesso indotte.
Ampliando la consapevolezza noi cominciamo a percepire che tipo di situazioni attiriamo nel nostro universo e, ovviamente, come possiamo richiamare quelle che, effettivamente, rispondono alle nostre reali necessità. La convinzione – o esigenza – è ciò che indirizza il precipitare dell’energia nella materia.

Muovetevi secondo il vostro ritmo interiore

MUOVETEVI SECONDO IL VOSTRO RITMO INTERIORE
Ho perso molto tempo cercando di capire dove sbaglio. Sembra che ci sia un mucchio di cose interessanti, molta gente interessante, ma dopo ogni incontro/progetto, invece di sprizzare l’energia, io giaccio quasi esanime. Poi ho trovato la risposta: tutto dipende dal ritmo interiore.

Spesso pianifichiamo così la nostra giornata: prima il lavoro, e in mezzo a questo, ci sono delle piacevole pause per se stessi (riposo, sonno, piccoli svaghi).
Invece, serve il contrario. Prima ciò che chiede il vostro ritmo interiore, quelle piccole cose che non sappiamo valutare per ciò che sono, e solo dopo, le cose “importanti” e “da adulti”.

Sedetevi e scrivete una lista di ciò che vi dà forze; qualsiasi cosa, è tutto importante.
- 20 minuti per un forte tè o caffè con un dolcetto?
- Una passeggiata nel parco?
- 10 ore di sonno?
- Un bagno con tanto di schiuma?
- I giochi con il gatto?
- 2-3 ore di totale silenzio?

Queste cose vi danno le vostre risorse.
Non cercate di farvi stare dentro gli stereotipi, tipo “dormo 8 ore e devo riuscire a riposare in 8 ore”; non dovete niente a nessuno, e se siate fatti in una certa maniera, siete fatti così.

A questo punto prevedo le obiezioni: e certo, e se devo lavorare secondo gli orari, cosa posso fare? Tutti questi consigli dei creativi con il grafico di lavoro libero... e poi ci sono degli incontri in famiglia, e poi si deve andare dal medico , ecc.
Vi deludo: anch’io lavoro molto, fino a 12 ore, e per includere nei miei orari le cose che mi procurano le risorse, mi sono serviti anni.

Se non vi permettete lo spazio personale, i sentimenti e le emozioni che generano le risorse, prima o poi soffocherete e smettete di trarre il piacere anche da un lavoro appagante.

In realtà, è tutto semplice.
Scegliete 2-3 cose che vi piacciono più di tutto. Per esempio, il caffè al mattino. Andare in campagna una volta alla settimana e un ora di lettura dei blog interessanti.
“Che posso fare per avere queste tre cose tutti i giorni?”
“Che devo fare per stare in mezzo alla natura tutte le settimane? Devo cercare un bosco? O mi basterà un parco? Devo dare un appuntamento di lavoro in un parco? O forse, mi basterà un cortiletto romantico e pieno di alberi e fiori?”
Non servono grandi cose, all’inizio. Iniziate dalle piccole cose, iniziate a trasformare la vostra vita un uno spazio confortevole e non in una corsa ad ostacoli. Non abbiate paura di sognare di vivere come si vuole.

Vi piace viaggiare? Pensate a questo e ragionate: ok, ma come faccio a guadagnare per poter viaggiare? Un lavoro con trasferte? O apro un’attività on-line e i viaggi faranno parte del mio lavoro per procurare la merce?
Non importa se per raggiungere lo scopo, potrebbe occorrevi molto tempo, l’importante è iniziare a muoversi, e in quale direzione.
Perché?
Perché non avete le risorse infinite. Siete come un piccolo motore, e nessun motore funziona senza un carburante. Mentre noi ci sforziamo di lavorare: con degli sforzi immensi, sospingendoci con “io devo” e “io ce la farò”, con strappi e spesso con un disamore verso ciò che facciamo.
Organizziamoci l’arrivo del carburante – sono quelle cose che ci danno le risorse. Prima questo, poi tutto il resto. E il vostro motorino funzionerà senza problemi.
Iniziamo ora.
 

Se non puoi essere causa, sii effetto - L’inversione della legge Causa-effetto.

Se non puoi essere causa, sii effetto - L’inversione della legge Causa-effetto.
Una delle più “profonde” leggi di questo universo e della vita è quella della “causa ed effetto”, ogni causa produce un effetto e pertanto ogni effetto deriva da una causa, tuttavia, per quanto possa sembrare paradossale, tale legge non ha una struttura lineare bensì circolare, questa circolarità consente che si materializzi l’effetto a seguito della causa, ma consente anche l’opposto, infatti se esiste l’effetto senza la causa essa si verificherà successivamente...

Noi tutti ricerchiamo uno stato di benessere generalizzato, ognuno chiaramente con le sue personali sfumature, e per raggiungerlo ci affanniamo a creare le cause per raggiungerlo, ad es.: facciamo sport e mangiamo sano per stare in salute, meditiamo per raggiungere anche un equilibrio psichico ecc.; nella vita di tutti i giorni, quella che il sistema ci ha imposto però non sempre abbiamo la possibilità di generare le cause a noi confacenti per il raggiungimento dei nostri obbiettivi, ad es.: starò tranquillo non appena avrò pagato il mutuo, le bollette e l’assicurazione alla macchina però mi accorgo che quei pochi soldi che guadagno non mi bastano per fare questo e consentirmi anche di mangiare e fare benzina per andare al lavoro e quindi già so in partenza di non poter raggiungere l’obbiettivo(effetto), allora conviene provare a partire dall’effetto desiderato e mantenerlo tenacemente, ma soprattutto con genuina convinzione e sicurezza che tutto quel che deve accadere avverrà, a suo tempo e con l’intensità della nostra emozione e consapevolezza; la causa si presenterà.

Parliamo ad esempio di alcune nostre paure, ho scelto di proposito tale argomento poiché la paura è un sentimento potentissimo che è di intensità quasi pari all’amore essendo il suo opposto e pertanto ha una grande forza creatrice; a quanti è capitato di aver una sincera paura che accadesse un qualcosa di spiacevole a sé stesso o ad altri e poi si è verificato?

Si tratta di situazioni molto frequenti nella vita tuttavia le persone non si chiedono il perché ciò avvenga, non è nella loro naturale mentalità farsi domande e sovvertire i consueti dogmi quindi diventa difficile comprendere che l’effetto paura ha generato la causa che di norma dovrebbe venire prima, questo perché si sconoscono i meccanismi di base della creazione della realtà, non si conosce il potere del subconscio di generare gli eventi, come già accennato qui [1][2], ma d’ora in poi, se faremo attenzione, potremmo notare sia come le cause creino gli effetti, ma anche come essi possano dar luogo alle cause che li avrebbero generati.

Ora considerato che a molti è capitato che la loro paura(effetto) ha generato successivamente la causa, si può sperimentare altri sentimenti del tipo amore, serenità, gioia, spensieratezza che a loro volta daranno la causa che li avrebbe generati(una sorta di legge di attrazione) tuttavia bisogna tener presente che nulla avverrà se non c’è piena consapevolezza e genuinità nei sentimenti, infatti affinchè si avvii il circolo causa-effetto e viceversa, le emozioni devono essere genuine in modo tale da attivare il subconscio che non è affatto facile da ingannare.

Senza star lì a giudicare ed elaborare tesi astruse su quanto sia vero o falso penso che sarebbe il caso e ritengo anche il momento di provare l’inversione della legge di causa ed effetto e fin da subito sentirci felici per quel qualcosa che non abbiamo, ma che invece visualizzeremo, inizialmente sforzandoci, ma dopo poco più di una settimana ci verrà spontaneo, come ottenuto e gioiremo immensamente, in quel momento immotivatamente, una cosa davvero bella da provare. Cerchiamo di non cadere nella bramosia di ottenere quel che aneliamo, in fondo avendolo raggiunto anche solo a livello mentale ed emozionale è già un buon risultato che ci farà vivere meglio.

Produci l’effetto e la causa seguirà, non sono io a dirlo, lo dicono in tanti(anche Osho) io l’ho solo sperimentato e posso dire che funziona in proporzione a quanto noi “ci mettiamo”.
L’inversione della legge di causa effetto di fatto non è un’inversione atteso che, come anzi detto, si tratta un principio circolare e quindi si può decidere di iniziare dalla causa o dall’effetto senza grandi differenze.

E’ doveroso però considerare che spesso la causa non la si "possiede" o non c’è o dipende da altri e non da noi, mentre l’effetto è quella conseguenza su di noi che possiamo generare a nostro piacimento sempre, insomma abbiamo a disposizione uno dei due fattori della “combinazione” e lo possiamo usare.
Pertanto se non puoi attuare la causa che genera l’effetto che desideri, sii direttamente l’effetto, la causa arriverà e se non arriverà non era l’effetto che cercavi?
Marcello Salas



Vedi anche:

Creare la proria realtà è libertà

Creare la proria realtà è libertà
Alla gente piace molto parlare di realtà “oggettiva” (forse perché questo offre loro la scusa per “deresponsabilizzarsi”, ovvero per non assumersi la responsabilità della tal realtà che, essendo oggettiva, tanto… “io non posso far nulla per cambiarla”).

In realtà non esiste nessuna realtà oggettiva a cui aggrapparsi, né nel bene né nel male, né per un verso né per l’altro, né di sopra né di sotto.
L’unica realtà vera è sempre quella creata dalla nostra mente in virtù di come decidiamo di reagire in questo preciso istante a ciò che accade.

Tenete sempre a mente una cosa: la cosiddetta realtà oggettiva è sempre stagnante (e depotenziante), mentre quella soggettiva (che dipende da te) è dinamica e potenziante.
E’ necessario abbandonare il vecchio paradigma per abbracciarne uno nuovo che dice che la realtà è sempre soggettiva e che dipende sempre ed esclusivamente da noi.

Scegliere e decidere di vedere la realtà in un modo invece che in un altro significa esattamente che imparando a modificare la tua realtà “interna” (le tue strutture di pensiero, i paradigmi secondo i quali vivi) tu sei perfettamente in grado di modificare la tua realtà “esterna” e, di conseguenza, anche la realtà più estesa “del mondo” (quella di “cambiare il mondo” è la fissa di molti).

Questo concetto che ai più appare come una sorte di astrazione dalla realtà (proprio perché tendiamo a considerare questa realtà oggettiva), è, in realtà, uno strumento di “costruzione di realtà”. E’ un vero e proprio fabbricatore di realtà. Quindi imparare a conoscere e direzionare i propri pensieri significa creare la propria realtà.

Insomma, mentre le realtà esteriori possono essere molteplici, belle o brutte, facili o difficili o come vogliamo definirle, l’unica, autentica, stabile e immutabile realtà che veramente conta è quella che crei con la tua mente, adesso. E’ la sola che conta perché modifica tutte le altre e perché, se arrivi a questo punto, significa che sei arrivato ad essere un individuo libero.
Chi è più libero di chi crea la propria realtà?








 



Dove siete esseri umani??? E’ora di agire!

DOVE SIETE ESSERI UMANI??? E’ORA DI AGIRE di Francesca Vannini

Siamo tutti consapevoli di qualcosa che si ripete ormai da tempo nella nostra vita e che non siamo ancora riusciti a rompere, a cambiare, facendo qualcosa di diverso. Ormai da troppo ne siamo consapevoli, abbiamo compreso i perchè e per come ma ancora si ripete…siamo alle strette e quest’anno con l’energia che ci richiede la trasformazione, se ne sta andando…lasciando posto alle nuove energie che riprendono ciò che lasciamo in sospeso, amplificandolo.

Non abbiamo più tempo per stare a crogiolarci su ciò che ormai è stato e non è più, solo un ricordo nelle nostre memorie che tenta di esistere, ma il vecchio non ha più spazio con le nuove energie, e lo spazio serve a noi per farle entrare. Allora cosa stiamo aspettando? sono ancora le paure che ci fermano? ancora ci raccontiamo che siamo eletti e maestri ma la nostra vita non sembra essere coerente con le nostre affermazioni?

Forse è ora di essere umili e onesti con noi stessi e fare spazio….quest’anno ci richiama all’azione e nell’azione ritroveremo la trasformazione fatta nel 2016, ciò che ci è sembrato duro e ostile darà i suoi frutti se seguiamo l’onda energetica, se siamo connessi con il cosmo e il suo flusso, lui non è nostro nemico anzi….noi siamo UNO con il cosmo…siamo abitanti di un pianeta meraviglioso  che si chiama Terra e gli esseri umani hanno la possibilità di uscire dalla confusione ed entrare nella Verità, trascendendo le etichette e i limiti che la mente, per sentirsi sicura, mette in ogni istante.

Guardiamoci dentro ed entriamo in coerenza, questo ci richiede il numero 1 ( l’anno 2017)….siamo stanchi di guardar fuori e criticare, di aspettare che gli altri cambino quando siamo i primi a non volerlo fare, a raccontarci delle belle fandonie sulla spiritualità, quando questo è un lavoro serio che ognuno realizza su di se in ogni istante della propria esistenza. La vita ci regala specchi per poterci guardare e riconoscere, belli e brutti, ma chi non vuole vedere non vedrà la bellezza dell’ombra che fa crescere e imparare, non vedrà nemmeno la bellezza della luce, perchè la cerca nel posto sbagliato.

Siamo tutti a giocare nello stesso teatro, siamo tutti forme e aspetti dell’Assoluto, belli e brutti, ognuno ha una funzione che porterà il destino di questo Pianeta e della nostra razza a evolvere o soccombere, abbiamo un cuore prezioso che batte e brilla, ancora non lo sappiamo usare, parliamo bene ma all’ora di affrontare le paure che ci immobilizzano facendoci pensare eterni in questo involucro, pensiamo tanto e agiamo poco.

Tristemente, una delle razze più potenti dell’Universo sta soccombendo e perdendosi dietro a false credenze, mentre il tempo di trovare la nostra Verità dentro il cuore, dentro l’ anima divina che abbiamo e che tutto SA è agli sgoccioli…..dove siete Esseri Umani?!
E’ ora di agire…..
Francesca Ollin Vannini