I lettori più accaniti (di narrativa "impegnata") hanno anche migliori capacità empatiche.
La lettura: un
compito solitario dalle importanti ricadute sociali. Photo: Simon Cocks, Flickr
Se siete avidi lettori, non è solo la vostra
mente a beneficiarne. Le ricadute positive di questa buona abitudine si faranno
probabilmente sentire anche sui vostri amici e familiari. Leggere (e in
particolare, leggere libri di narrativa) migliorerebbe infatti le nostre
capacità empatiche, come dimostra uno studio americano.
Dalla finzione alla realtà
L'abilità di connettersi con le emozioni
altrui, intuendone le convinzioni e anticipandone i desideri, è nota come
teoria della mente. Alcuni ricercatori della New School for Social Research in
New York hanno voluto verificare se l'esposizione a vicende letterarie con
personaggi complessi e dalla personalità multisfaccettata migliori
effettivamente la nostra capacità di calarci nei panni del prossimo.
Gli scienziati hanno reclutato tre gruppi di volontari che hanno destinato a tre diversi compiti: il primo ha dovuto leggere testi narrativi di qualità, insigniti del prestigioso premio letterario statunitense National Book Award; al secondo è stata affidata la lettura di parti di bestseller venduti online (storie con personaggi piuttosto "piatti" inseriti in vicende dal sapore popolare) e il terzo non ha letto affatto.
A tutti è stato chiesto, poi, di identificare
le emozioni che si celavano dietro ad alcune espressioni facciali: un test di
empatia che ha visto chi aveva letto romanzi più "impegnati" ottenere
migliori risultati.
Ripartire dai libri
Lo studio dai risultati stimolanti lascia però
alcune domande in sospeso: quali sono, per esempio, i risvolti narrativi che
fanno - davvero - la differenza? Può darsi, ipotizza parte degli addetti ai
lavori, che sia semplicemente il maggiore sforzo cognitivo necessario per
affrontare una lettura "colta" al migliorare anche le capacità
relazionali.
La ricerca, comunque, sottolinea l'importanza
di vivere in una comunità che promuova la lettura (e fa riflettere, all'indomani
dei risultati di una ricerca Ocse che piazzano l'Italia in fondo alla
classifica europea - ultima tra 24 paesi - per preparazione letteraria).
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