"La religione è per chi ha paura dell'Inferno. La spiritualità è per chi vi è già stato". (Osho)
Intorno a
me ho incontrato nel tempo mille persone convinte che l'unico vero
cambiamento è quello che l'uomo realizza dentro di sé.
Poi, quando la vita fa incontrare alle stesse mille persone qualcuno che almeno ci prova, a realizzare dentro di sé quel piccolo cambiamento di prospettiva da cui guardare il mondo, la frase perde valore tramutandosi nella più prosaica:
- se ne frega ti te
- ti spazzerà via come una pulce
- non sei adattabile e quindi te le cerchi (le rogne)
- il mondo ha sempre visto guerre, ingiustizie sociali, ricco che mangia povero, can no magna can...e l'unico modo di cambiare le cose è...la rivoluzione!!!
Per la libertà (di pensiero e di azione) è come per la religione: è un mito, sempre irraggiungibile per chi ne ha paura.
Nella sua essenza più profonda la libertà è in realtà un atteggiamento dello spirito.
L'idea della libertà nasce quasi esclusivamente dalla capacità di affrontare i propri pensieri dall'inferno provando a superare il conflitto (apparente) fra ragione ed emozione.
La prima fondamentale libertà sta nell'andare oltre la falsa dicotomia fra razionalità ed emotività: i due sentimenti sono sempre in strettissima relazione fra loro.
L'uno non esiste senza la presenza ombra dell'altro.
In realtà, solo chi sa osservare le proprie emozioni mentre si trova all'inferno, ha qualche speranza di andare verso il superamento della logica (irreale, cioè mai data) fra ciò che è "fuori" (razionalità) e ciò che è "dentro" (emotività).
Diventando Uno.
Bianco e nero insieme.
Yin e Yang insieme.
Forte e debole insieme.
Razionale e emotivo insieme.
Un po' questo e un po' quello.
In proporzioni variabili a seconda del momento e della situazione.
Ciò che ci fa più paura ci precipita all'inferno.
Ciò che ci da gioia ci innalza al paradiso.
Ma nessuna cosa dura: la ruota gira.
Poi, quando la vita fa incontrare alle stesse mille persone qualcuno che almeno ci prova, a realizzare dentro di sé quel piccolo cambiamento di prospettiva da cui guardare il mondo, la frase perde valore tramutandosi nella più prosaica:
" Sei un illuso, un sognatore. Il mondo va da sempre così e tanto vale adeguarvisi, altrimenti...".Altrimenti, il mondo (cioè quello delle persone astrattamente convinte che il cambiamento può partire solo da "dentro"):
- se ne frega ti te
- ti spazzerà via come una pulce
- non sei adattabile e quindi te le cerchi (le rogne)
- il mondo ha sempre visto guerre, ingiustizie sociali, ricco che mangia povero, can no magna can...e l'unico modo di cambiare le cose è...la rivoluzione!!!
Per la libertà (di pensiero e di azione) è come per la religione: è un mito, sempre irraggiungibile per chi ne ha paura.
Nella sua essenza più profonda la libertà è in realtà un atteggiamento dello spirito.
L'idea della libertà nasce quasi esclusivamente dalla capacità di affrontare i propri pensieri dall'inferno provando a superare il conflitto (apparente) fra ragione ed emozione.
La prima fondamentale libertà sta nell'andare oltre la falsa dicotomia fra razionalità ed emotività: i due sentimenti sono sempre in strettissima relazione fra loro.
L'uno non esiste senza la presenza ombra dell'altro.
In realtà, solo chi sa osservare le proprie emozioni mentre si trova all'inferno, ha qualche speranza di andare verso il superamento della logica (irreale, cioè mai data) fra ciò che è "fuori" (razionalità) e ciò che è "dentro" (emotività).
Diventando Uno.
Bianco e nero insieme.
Yin e Yang insieme.
Forte e debole insieme.
Razionale e emotivo insieme.
Un po' questo e un po' quello.
In proporzioni variabili a seconda del momento e della situazione.
Ciò che ci fa più paura ci precipita all'inferno.
Ciò che ci da gioia ci innalza al paradiso.
Ma nessuna cosa dura: la ruota gira.
"L'albero che voglia allungare i suoi rami verso il cielo sa che dovrà sprofondare le sue radici fino nell'inferno". (Nietzsche)
Voglio
raggiungere il mio angolo di cielo e so, così come lo sa un albero, che
questo mi farà affondare le radici fino all'inferno.
Ma come un pioppo non posso che seguire la mia natura sapendomi in un mondo di sub-umani che ai pioppi neri (che mollano foglie, perdono rami a ogni tempesta, rilasciano pollini nell'aria di primavera), preferiscono belle lastricate piazze di cemento bianco.
Vi sono battaglie che per vincerle bisogna perderle.
Fin da subito.
Così che da perdenti ritroviamo intatto il nostro angolo di visuale e con questo possiamo tornare a guardare un mondo dritto e in asse, limpido di nuove promesse fino in fondo all'orizzonte.
http://rossland.blogspot.it/2014/05/bianco-e-nero.html
Ma come un pioppo non posso che seguire la mia natura sapendomi in un mondo di sub-umani che ai pioppi neri (che mollano foglie, perdono rami a ogni tempesta, rilasciano pollini nell'aria di primavera), preferiscono belle lastricate piazze di cemento bianco.
Vi sono battaglie che per vincerle bisogna perderle.
Fin da subito.
Così che da perdenti ritroviamo intatto il nostro angolo di visuale e con questo possiamo tornare a guardare un mondo dritto e in asse, limpido di nuove promesse fino in fondo all'orizzonte.
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