mercoledì 15 febbraio 2017

Chi vive solo per gli altri non si ama abbastanza

CHI VIVE SOLO PER GLI ALTRI NON SI AMA ABBASTANZA (The Too Helpful Persons Do Not Have Enough Self-esteem)

Dedicarsi troppo ai disagi altrui nasconde la paura di occuparsi di sé e delle proprie esigenze, ma se ne prendi atto stai già rompendo la tendenza.

Esistono persone che sembrano destinate a farsi sempre carico dei problemi altrui, che si tratti di amici, parenti, figli o di partner.
Le vediamo affannarsi nel correre in soccorso del bisognoso di turno, rinunciando ai propri impegni ed interessi, come avvertissero di non potersi sottrarre…

Inevitabilmente, trascurano se stesse, accantonando man mano propositi e progetti. In verità, un simile atteggiamento nasconde il timore di fare i conti con la propria interiorità e con i suoi desideri, consentendo, al tempo stesso, di continuare a cullare le proprie paure.
Spesso, chi si sente inadeguato, tanto da evitare di impegnarsi in prima persona per realizzare un sogno o investire su di sé, si troverà a spostare l’attenzione sulle necessità altrui con lo scopo inconscio di non doversi misurare con l’eventualità di un fallimento che ritiene inevitabile.

 

Quando incontri un lamentoso, scappa! 

Hanno sempre un motivo per lamentarsi o una tragedia cui far fronte; per qualche scherzo del destino sono nati sfortunati e si ritrovano ad inanellare una bega dietro l’altra; guarda caso in quei frangenti gli vieni sempre in mente tu; e tu così fidata/o, dedicata/o, comprensiva/o ti ritrovi a consolarli….

Non si tratta di un caso ma di reale collusione, quella tra due profili complementari che, in un reciproco gioco di incastri, ripropongo ogni volta lo stesso copione. Eppure  chi a prima vista sembra essere la vittima della coppia così formata non è altro che il suo carnefice, colui che surclassando l’altro di richieste inappropriate ne intralcia la crescita senza essere mai pago. Si tratta di vampiri emotivi capaci soltanto di consumare le tue energie. Per evitare di recitate ogni volta la parte della crocerossina – più frequente da parte delle donne che degli uomini –  impara a negarti, facendo leva sulla necessità di accudire prima di tutto te stessa.
Ti diranno che sei diventata egoista, che non sei più quella di prima, tu non lasciarti abbindolare, mostra fermezza e vai per la tua strada. In poco tempo, la tua figura non sarà più così appetibile e i vampiri emotivi cercheranno altre fonti da cui pretendere attenzione.

 

Se ti “vendi” come buono, il mondo ne approfitta

Certo, per chi soffre della sindrome della crocerossina, cambiare atteggiamento negando il proprio aiuto può rivelarsi difficile. Vi sono varie ragioni, tra cui il senso di colpa che immediatamente le assale non appena vengono accusate di scarsa disponibilità. Non solo; assumere un atteggiamento arrendevole e conciliante offre un vantaggio secondario di primissimo piano: quello di essere riconosciuti all’esterno come figure buone e ammirevoli. Si tratta di una maschera difficile da accantonare, soprattutto se consideriamo che simili individui, costantemente preoccupati di ottenere l’approvazione altrui, farebbero di tutto per evitare di incontrare la propria ombra, ossia la parte negativa di sé.

Ecco perché suggeriamo loro di riscoprire al più presto il proprio lato aggressivo, anche imparando a ridimensionare e ridicolizzare le finte tragedie che affliggono i lamentosi, facendo presente agli stessi che si tratta di episodi e condizioni più che comuni e che i problemi, quelli veri, sono altri.

Potrebbero avvertire un repentino senso di liberazione, correndo il rischio di insegnare qualcosa persino ai loro carnefici. Allora sì che inizieranno ad alimentare in modo sano la propria autostima, recuperando energie preziose per tornare a occuparsi finalmente, e in prima battuta, di se stessi.
FONTE: Riza

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