Le facce della gente
Se la gente si rendesse conto
delle facce che fa…
Vi svelo un piccolo segreto:
avete presente quanta gente estranea incontriamo in una sola giornata? In
metro, negli autobus, per strada, negli uffici o nei centri commerciali si vedono
molte
persone con il volto molto serio o addirittura triste e quindi corrugato, ma
in realtà non sono quel che mostrano, molto spesso queste persone sono
interiormente tranquille se non addirittura felici, a dispetto dell’ambiente
circostante, invece istintivamente mostrano
un volto ostile a protezione del loro reale stato d’animo, per proteggerlo
da sguardi indiscreti, come se avessero paura che qualcuno gli possa rubare
quel loro personale angolo di tranquillità-beatitudine che condivideranno,
chiaramente, solo con i loro cari o amici più intimi.
Mostrare ad altri sconosciuti il
proprio stato d’animo reale non solo non sarebbe dannoso, ma gioverebbe tanto per
gli ovvii motivi di carattere emotivo, energetico e spirituale sia all’interessato
che agli altri, tuttavia tale atteggiamento naturale viene accuratamente ed
inconsciamente evitato a causa della cultura distruttiva di ogni rapporto
sociale e crescita personale/interiore in cui si è costretti a vivere.
Oggi sorridere in pubblico e divenuto quasi un tabù,
l’etichetta impone serietà, responsabilità, controllo non certo gioia e
serenità, un atteggiamento subdolamente indotto
nelle masse che non ha nulla di naturale e che quindi condiziona e modifica
costantemente l’esistenza.
L’impedimento più pressante
nell’incapacità di mostrare il proprio “essere” è la paura di essere giudicati superficiali, inadatti, incapaci in una
società seria e disciplinata, quindi per sentirsi accettati ci si
adatta all’ambiente esterno senza esternare il proprio sentire, così si diventa
conseguenza di una realtà senza quindi divenirne causa.
Non ci si pone domande sul
perché ci comportiamo in un determinato modo e non ponendoci domande non
troveremo mai le risposte né la possibilità di un cambiamento.
Buona vita a tutti. :-)
Marcello Salas
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