sabato 9 marzo 2019

Le facce della gente

Le facce della gente
Se la gente si rendesse conto delle facce che fa…

Vi svelo un piccolo segreto: avete presente quanta gente estranea incontriamo in una sola giornata? In metro, negli autobus, per strada, negli uffici o nei centri commerciali si vedono molte persone con il volto molto serio o addirittura triste e quindi corrugato, ma in realtà non sono quel che mostrano, molto spesso queste persone sono interiormente tranquille se non addirittura felici, a dispetto dell’ambiente circostante, invece istintivamente mostrano un volto ostile a protezione del loro reale stato d’animo, per proteggerlo da sguardi indiscreti, come se avessero paura che qualcuno gli possa rubare quel loro personale angolo di tranquillità-beatitudine che condivideranno, chiaramente, solo con i loro cari o amici più intimi.

Mostrare ad altri sconosciuti il proprio stato d’animo reale non solo non sarebbe dannoso, ma gioverebbe tanto per gli ovvii motivi di carattere emotivo, energetico e spirituale sia all’interessato che agli altri, tuttavia tale atteggiamento naturale viene accuratamente ed inconsciamente evitato a causa della cultura distruttiva di ogni rapporto sociale e crescita personale/interiore in cui si è costretti a vivere.
Oggi sorridere in pubblico e divenuto quasi un tabù, l’etichetta impone serietà, responsabilità, controllo non certo gioia e serenità, un atteggiamento subdolamente indotto nelle masse che non ha nulla di naturale e che quindi condiziona e modifica costantemente l’esistenza.

L’impedimento più pressante nell’incapacità di mostrare il proprio “essere” è la paura di essere giudicati superficiali, inadatti, incapaci in una società seria e disciplinata, quindi per sentirsi accettati ci si adatta all’ambiente esterno senza esternare il proprio sentire, così si diventa conseguenza di una realtà senza quindi divenirne causa.

Non ci si pone domande sul perché ci comportiamo in un determinato modo e non ponendoci domande non troveremo mai le risposte né la possibilità di un cambiamento.

Buona vita a tutti. :-)

Marcello Salas

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